Una rissa per le noccioline e il “perchè” mangiamo di piu’ in pubblico…
Aug 26, 2024Avete sentito della rissa scoppiata in un pub per l'ultimo pacchetto di noccioline? Ben 50 persone coinvolte! Sembra assurdo, ma la psicologia può spiegare certi comportamenti quando mangiamo in pubblico o in gruppo.
Uno studio di Cruwys et al. (2015) ha dimostrato che tendiamo a mangiare il 30% in più quando siamo con amici o familiari. Mangiare insieme è un rituale sociale che ci fa sentire parte del gruppo. Meredith Young della McGill University ha osservato che ordiniamo cibi simili a quelli scelti dai nostri commensali per non sembrare 'devianti'. È l'effetto camaleontico a tavola!
Questo studio, condotto da Young e colleghi nel 2009, ha esaminato come il sesso e la compagnia durante i pasti influenzino le scelte alimentari delle persone. I ricercatori hanno analizzato le scelte di cibo e bevande di oltre 400 clienti in tre diversi tipi di ristoranti: uno snack bar universitario, un ristorante di cucina italiano-americana e uno di cucina giapponese.
I risultati hanno mostrato che sia gli uomini che le donne tendevano a scegliere cibi simili a quelli dei loro commensali. In particolare, le donne erano più propense a scegliere cibi a basso contenuto calorico e ad evitare cibi ad alta densità energetica quando mangiavano con altre donne. Al contrario, quando mangiavano con uomini, le donne tendevano a scegliere cibi più calorici e ad alta densità energetica.
Gli uomini, invece, erano meno influenzati dal sesso dei loro compagni di pasto, ma tendevano comunque a fare scelte alimentari simili a quelle dei loro commensali.
Gli autori hanno concluso che le persone, in particolare le donne, tendono a modellare le proprie scelte alimentari su quelle dei loro compagni di pasto per ragioni di affiliazione e impressione. Questo fenomeno è stato definito dagli autori come "co-azione cibo-scelta" (food-choice co-action) e suggerisce che il contesto sociale può avere un impatto significativo sul comportamento alimentare e sulle scelte dietetiche delle persone.
Ma perché alcuni divorano il pane prima ancora di ordinare? Secondo Wansink et al. (2007), gli alimenti gratuiti e facilmente accessibili innescano il consumo eccessivo. Specialmente se affamati o stressati. E perché col pane ci abbuffiamo e coi grissini no? Altro che forma! La consistenza conta: il pane morbido si mastica più velocemente e dà meno senso di sazietà (Kong et al., 2012). Coi grissini, croccanti e secchi, mangiamo più lentamente e ce ne accorgiamo.
Lo sapevate che i grissini furono inventati a Torino nel XVII secolo per Vittorio Amedeo II di Savoia, che soffriva di problemi digestivi? I grissini sono diventati un'icona della cucina italiana! E possono essere uno snack salutare se consumati con moderazione. Secondo Fardet et al. (2006), i grissini integrali hanno un indice glicemico più basso e più fibre rispetto al pane bianco.
Anche se i grissini si mangiano generalmente più lentamente del pane, c'è sempre l'eccezione! Se il vostro amico divora i grissini torinesi alla velocità della luce, potrebbe essere influenzato dalla teoria del 'contrasto di consistenza' di Larsen et al. (2016). Alternare cibi croccanti e morbidi può portare a mangiare di più e più velocemente.
Ma perché tendiamo a mangiare più velocemente e in quantità quando siamo in gruppo? Secondo la teoria della condivisione del cibo di Wrangham et al. (2010), questo comportamento potrebbe avere origini evolutive. Nelle antiche tribù di cacciatori-raccoglitori, chi mangiava più velocemente e in quantità aveva più possibilità di sopravvivere e saziarsi quando le risorse erano scarse.
Ma attenzione, non sempre mangiare velocemente o in grandi quantità in pubblico è legato a fattori evolutivi o sociali. A volte può essere un segno di fame nervosa. Uno studio di Macht et al. (2005) ha dimostrato che le emozioni negative come stress, ansia o tristezza possono portare a mangiare più velocemente e in modo incontrollato, specialmente cibi ricchi di zuccheri e grassi.
Insomma, che siate fan del pane o dei grissini, ricordate: il comportamento alimentare in pubblico è un affascinante mix di psicologia, fisiologia, cultura ed evoluzione. E se vi capita di assistere a una rissa per l'ultimo grissino, ora sapete che potrebbe essere colpa del contrasto di consistenza... o forse dell'istinto di sopravvivenza dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori!
Se vi capita di mangiare in modo frenetico o eccessivo quando siete in gruppo o in situazioni sociali stressanti, prendetevi un momento per fare un respiro profondo e chiedervi se avete davvero fame o se state mangiando per motivi emotivi. Provate a rallentare, a gustare ogni boccone e a concentrarvi sulla conversazione e sulla compagnia, piuttosto che sul cibo. Ricordate, mangiare dovrebbe essere un piacere, non una gara di velocità o una sfida all'ultimo grissino!
E ora, il consiglio più originale e stravagante che abbiate mai sentito per gestire la fame nervosa e l'impulso di abbuffarvi in situazioni sociali: provate la 'Sfida del Grissino Narratore'! Ecco come funziona: prima di iniziare a mangiare, scegliete un grissino e immaginatelo come il protagonista di una storia avvincente. Ad ogni boccone, inventate nella vostra mente un nuovo capitolo della sua avventura, descrivendo le sue peripezie, i suoi incontri, le sue sfide. Più il grissino si accorcia, più la storia si fa intensa e coinvolgente. L'obiettivo è far durare la storia il più a lungo possibile, mangiando il grissino con estrema lentezza e attenzione, come se fosse l'ultimo esemplare della sua specie. Non solo vi divertirete un mondo con questo gioco creativo, ma mangerete anche in modo più consapevole e controllato, senza nemmeno rendervene conto. E chissà, magari alla fine avrete inventato una trama così bella che vorrete condividerla con i vostri commensali, trasformando la cena in un vero e proprio storytelling collettivo.
Provare per credere: la 'Sfida del Grissino Narratore' vi farà scoprire che mangiare può essere un'esperienza non solo gustativa, ma anche immaginativa e sociale.
Buon appetito e buona narrazione!
Emanuel Mian
p.s. e se vuoi avere il mio aiuto per gestire la fame nervosa, il mio consiglio è di andare QUI e vedere un po' le varie risorse
Riferimenti:
- Cruwys, T., Bevelander, K. E., & Hermans, R. C. (2015). Social modeling of eating: A review of when and why social influence affects food intake and choice. Appetite, 86, 3-18.
- Fardet, A., Leenhardt, F., Lioger, D., Scalbert, A., & Rémésy, C. (2006). Parameters controlling the glycaemic response to breads. Nutrition Research Reviews, 19(1), 18-25.
- Kong, F., & Singh, R. P. (2012). Effect of food microstructure on interstitial fluid flow behavior, disintegration and dissolution of foods. In Food material science and engineering (pp. 243-262). Blackwell Publishing Ltd.
- Larsen, J. S., Hermans, R. C., & Engels, R. C. (2016). Food intake in response to food-cue exposure: Examining the influence of duration of the cue exposure and trait impulsivity. Physiology & Behavior, 154, 34-39.
- Macht, M., Roth, S., & Ellgring, H. (2005). Chocolate eating in healthy men during experimentally induced sadness and joy. Appetite, 45(2), 177-184.
- Wansink, B., Painter, J. E., & North, J. (2007). The bottomless bowl: visual cues of portion size may influence intake. Obesity Research, 13(1), 93-100.
- Wrangham, R. W., & Glowacki, L. (2010). Warfare and human evolution. In Human morality and sociality (pp. 233-262). Palgrave Macmillan, London.
- Young, M. E., Mizzau, M., Mai, N. T., Sirisegaram, A., & Wilson, M. (2009). Food for thought. What you eat depends on your sex and eating companions. Appetite, 53(2), 268-271.
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